TANTO TEMPO

Tanto tempo che non scrivo, tanti mesi passati, più di un anno dall’ultimo articolo.

Adesso, come se mi stessi svegliando da un lungo sonno, riprendo a scrivere, a cercare le parole per dire ciò che sento, mettendo a nudo la mia anima, la parte più autentica e vera di me. Scavo nel mio interno, scandaglio tra emozioni e sentimenti, come un sommozzatore nel mare, alla ricerca di tesori nascosti ma anche di qualcosa che forse ho perduto e voglio rintracciare.

Mi ritrovo a 65 anni, andata in pensione ma dedita comunque al mio stare insieme alle persone, ancora non sazia di storie, di anime perse che aiuto a ritrovarsi, di momenti emozionanti ma anche di stanchezza e, a volte, anche di noia. Tutto questo fa parte di me e non voglio rinunciarci. È vero, bello essere in pensione, ma non è certo come ai tempi dei miei genitori per i quali voleva dire vivere, molto dignitosamente, di quello che si era lavorato, divertendosi a viaggiare, sperimentare, studiare all’Università dell’età libera e tanto altro.

Con la mia pensione appena sopravvivo, quindi è chiaro che continuo a fare ciò che mi piace, che mi stanca, certo, ma che mi dà grandi soddisfazioni. Vorrà dire che la pensione la metterò da parte per quando, forse, non ce la farò più ad ascoltare le persone, aiutare ad elaborare, educare a migliorare la propria qualità di vita.

Nel frattempo, lasciandomi un po’ più di tempo libero, mi dedico alle mie passioni, pilates e palestra per mantenermi in salute, danza classica, pittura, scultura e pianoforte, per divertirmi e fare esperienza.

E poi, oltre a queste attività, leggo, studio, sto con i miei gatti, girello in giardino, potando, annaffiando, cimando, sbocciolando, fiera di questo piccolo Eden dove è così piacevole perdersi e ritrovarsi.

La sera, poi, è dedicata alla famiglia, agli affetti più cari, che ritrovo in lunghe chiacchierate, mentre ceniamo o prendiamo un caffè in terrazza, posticino intimo da cui guardare il giardino illuminato e l’erba, così faticosamente seminata, crescere verde e rigogliosa.

Apprezzo ogni momento, sia in compagnia che in solitudine. Nella prima posso confrontarmi, a volte discutere, anche litigare e fare pace; nella seconda mi faccio domande, cerco risposte, a volte ci riesco, altre rimando a momenti migliori o ad improvvisi insight che mi illuminano come lampadine.

Che dire, più saggia e matura, un po’ invecchiata, vivo in pace con me stessa anche se ogni tanto qualcosa si smuove e un interrogativo bussa alla mia porta. Quello è il momento di riflettere, cercare qualcosa dentro di me, ritornare con la mente e con il cuore a momenti passati, confrontarmi, ricordare. È allora che, a volte, irrompe la tristezza, la nostalgia, la malinconia. Momenti perduti, che mai ritorneranno e che non potrò più rivivere; sguardi colmi di affetto, un comprendere anche ciò che non so dire, il sentirmi a casa, protetta, in una base sicura che mi accoglie ogni volta e contiene rabbie, dolori, paure: sono loro, i miei genitori.

Mi fermo, a volte mi salgono le lacrime agli occhi, in un misto dolce amaro di nostalgia e tristezza. Vado avanti, asciugo le lacrime, cerco uno sguardo, diverso ma altrettanto accogliente, mi lascio abbracciare e ritrovo un calore perduto.

Potrei raccontare tanto altro ma lo lascio ad altri momenti, altri racconti, di me e della mia vita. Per adesso, dopo così tanto tempo, sono felice di essere tornata, anima e cuore e qui resto.

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