Psicoterapia della Gestalt: appunti in libertà

La Psicoterapia della Gestalt è una terapia che aiuta a migliorare la qualità di vita, attraverso il raggiungimento di una maggior consapevolezza che porti all’assunzione di responsabilità, quindi alla capacità di scegliere in assoluta libertà e autenticità, per poter passare, così, dal sostegno all’auto-sostegno. È un percorso che si fa insieme, psicoterapeuta e paziente, in un alternarsi di passaggi dove basta ascoltare le proprie emozioni. Non ci sono passi da imparare, come nella danza, nel tango, ad esempio, dove basta ascoltare come l’altro si muove per danzare in sintonia, al ritmo del cuore e del respiro.

"Tutto il vero vivere è l’incontro. L’incontro non è nel tempo e nello spazio, ma lo spazio e il tempo sono nell’incontro". Martin Buber

Origini della psicoterapia della Gestalt

Ogni individuo cresce a contatto con l’ambiente, sviluppandosi come psiche nella relazione con gli altri individui, quindi la soggettività nasce come intersoggettività nello scambio reciproco dato dall’incontro con l’altro. Ogni persona, nell’incontro tra il proprio mondo interno ed il mondo esterno, quindi, sviluppa un proprio modo di muoversi vivendo. Ogni persona, facendo esperienza dello scambio con il mondo, ha il suo vissuto ed è questo che va ascoltato quando si incontra una persona con un disagio psichico. A questo proposito mi tornano in mente alcune parole di un libro di Bruno Callieri, docente di Psichiatria e Clinica Neuropsichiatrica alla Sapienza a Roma, che descrivono come porsi di fronte ad una persona, qualunque sia il suo disagio: ascoltare, guardare il fenomeno, cioè ciò che accade, come dono, meraviglia, cogliendo ciò che accade come una suggestione da vivere. In quest’ottica ogni aspetto dell’esistenza dell’altro, diventa qualcosa da vivere e non da giudicare: come è vissuto il corpo, il mondo in cui vive, il tempo e lo spazio. In questa prospettiva, lo psicoterapeuta è parte del processo, ne è coinvolto attivamente e messo in discussione. In qualche modo rinuncia al suo narcisimo, accetta la frustrazione e vive l’incontro con l’altro con amore, benevolenza e compassione. Origini psicoterapia GestaltQuesto tipo di approccio è ben diverso da quello psicoanalitico o da altri del secolo scorso; Alla fine dell”800, nel periodo del Positivismo, della Dea Ragione, nel periodo vittoriano dove tutto è sotto controllo, l’uomo gestisce tutto, tutto è spiegato. Freud inserisce una diversa visione, cioè che l’uomo è governato; l’interesse è nelle sue dinamiche interiori ed esso si riverbera nella società. Con l’Es, l’Io e il Super-Io, Freud tira fuori l’uomo dalla sua visione di portatore di ragione, sovverte, soprattutto con il concetto di inconscio, il paradigma della sua epoca, recupera, stacca, il mondo interno, la spiritualità dell’uomo, dalla filosofia e dalla ragione. Freud, alla fine del secolo scorso, scrive con Breuer “Studi sull’isteria”, nel quale la diagnosi formulata è che l’isterica soffra essenzialmente di reminiscenze, cioè ricordi che si mantengono senza che si sappia che si tratta di ricordi, e che provocano, mettono in atto, comportamenti paradossali, chiamati “sintomi”. Freud è il primo a comprendere che il soggetto isterico vuol sempre dire qualcosa: che si tratti del sintomo corporeo o della dissociazione della coscienza, egli esprime qualcosa di impossibile a dirsi, di impossibile a viversi. Questo pensiero è alla base della Psicosomatica che ha teso a dividere l’essere umano in corpo e mente; il corpo, prima pensa, poi realizza i simboli, infatti la psicosomatica è a mediazione simbolica, mentre l’approccio Somatopsichico, tipico della Gestalt, è a mediazione metaforica. La metafora evoca, con la metafora non si va indietro, come con il simbolo, si va avanti. Fisico e psichico sono due porte d’accesso, ad esempio Reich lavora sulla corazza caratteriale e sullo sblocco di parti del corpo (ad esempio il bacino per la pulsione sessuale, il cuore per l’affettività, il plesso solare per l’aggressività). Negli anni ’50, ponendo l’accento sulla relazione, Perls fu rivoluzionario. Secondo lui non si può isolare un individuo dal suo contesto, perché gli uomini sono parte del mondo, della natura. Perls afferma che ciò che è buono o cattivo per la società può non esserlo per l’organismo, quindi esso esprime richieste che non sono meno intense e dolorose di quelle della società. Per questo motivo il conflitto più importante e frequente, che può portare ad una personalità nevrotica, è quello tra bisogni sociali e bisogni biologici. Per affrontare questo conflitto occorre lavorare sulle polarità. La fenomenologia nasce con Brentano, il quale sottolinea che il fenomeno è doppio:
  • Fenomeno primario: vedo l’oggetto e, in funzione di ciò che vedo, arriva il fenomeno secondario;
  • Fenomeno secondario: è l’effetto che mi fa, quindi, la sensazione, l’emozione .
La Gestalt si distacca dall’osservazione scientifica e rigorosa di Husserl e si ritrova maggiormente in Heidegger in cui esistenzialismo e fenomenologia si incontrano. Anche in Merlau Ponty esistenzialismo e fenomenologia convergono e la percezione è un fatto primario. Mondo interno ed esterno si incontrano ed il luogo per eccellenza dell’esperienza è il corpo. Un altro influsso filosofico rilevante per la Gestalt è l’esistenzialismo che inizia ufficialmente con Kierkegaard, che afferma che “la vita non è una domanda che deve trovare una risposta, ma un’esperienza che deve essere vissuta”. Questo comporta che l’oggetto del pensiero non è più la verità ma cosa ognuno vuole fare della sua esistenza, quindi, ogni persona ha il diritto di elaborare una propria teoria del mondo.

Fritz Perls

Nel 1921 si laurea in Medicina a Berlino, per poi specializzarsi in Psicologia agli Istituti di Berlino, Francoforte e Vienna. A Francoforte è assistente all’Istituto Kurt Goldstein e diventa amico di vari pensatori esistenzialisti, tra cui Tillich, Buber e Scheler. Studia Psicoanalisi con Deutsch, Horney, Harpel, Harnick, Hitschmann e va in analisi didattica con Wilhelm Reich. Essendo di origine tedesca ma ebreo, per motivi razziali nel 1934 emigra a Johannesburg in Sudafrica dove fonda nel 1935 l’ Istituto Sudafricano di Psicoanalisi. In quel periodo scrive "L’io, la fame e l’aggressività" in cui sviluppa le sue prime critiche alla psicoanalisi freudiana.

Dopo 12 anni si trasferisce negli Stati Uniti, a New York, dove nel 1952 fonda il Gestalt Institute of New York. Collabora con Isadore Fromm, Elliot Shapiro, Sylvester Eastman, Paul Weisz. Insieme a Paul Goodman, scrittore anarchico, e Ralf Hefferline scrive "Terapia della Gestalt: eccitamento e accrescimento nella personalità umana", testo principale della Psicologia della Gestalt, pubblicato nel 1951. Negli stessi anni, insieme alla moglie Laura e a Goodman apre vari Centri Gestalt. Nel ’64, Perls si stabilisce a Esalen, al sud di San Francisco, dove organizza sessioni di Gestalt; la sua foto appare su Life ed è subito gloria; Perls ogni fine settimana conduce seminari affollati di pubblico dove le persone, a turno, si siedono sulla "hot seat" e parlano con genitori, amanti, parti di sé. Perls muore a Chicago il 14 Maggio del 1970.

Preghiera della Gestalt

Questa è una "preghiera", se così si vuole chiamare, che ci arriva da Perls; ad un primo impatto, può sembrare molto cinica ma, in realtà, apre a notevoli riflessioni:

"Io sono io. Tu sei tu.
Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative. Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative.
Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa. Se ci incontreremo sarà bellissimo;
altrimenti non ci sarà stato niente da fare."

Un’altra affermazione di Perls:

"Se ti assumi la responsabilità di quello che stai facendo, del modo in cui produci i tuoi sintomi,
del modo in cui produci la tua malattia, del modo in cui produci la tua esistenza – al momento stesso in cui entri in contatto con te stesso – allora ha inizio la crescita, ha inizio l’integrazione."