Il mio aiuto
Spesso mi trovo a spiegare chi siano i professionisti che iniziano con PSI; io stessa lo chiesi a suo tempo alla mia psicoteraputa, proprio perché credo sia importante comprendere “chi fa cosa”. È indubbio che nel campo della “PSI” i limiti siano a volte sfumati, tuttavia le differenze ci sono e sono sostanziali. Un esempio: la specializzazione in psichiatria può farla solo un medico, quindi uno psicologo non può dare farmaci a meno che non abbia anche una laurea in medicina e l’abilitazione a svolgere la professione di medico. Lo stesso vale per lo psicoterapeuta, che è laureato in psicologia o in medicina (per questo motivo lo psicoterapeuta mette, prima di questo nome, la sua provenienza. Esempio: Giulia Checcucci psicologa, psicoterapeuta; Marco Rossi, medico psicoterapeuta) e, dopo un anno di tirocinio ed il superamento dell’esame di stato, frequenta quattro anni di scuola di specializzazione ed ottiene il diploma in psicoterapia. Molte scuole di specializzazione in psicoterapia, nei primi due anni richiedono ore di psicoterapia personale e, negli ultimi due, ore di supervisione. Anche lo psicoanalista, se non è medico, non può dare farmaci e per accedere alla scuola di formazione deve avere la laurea in medicina o psicologia, il tirocinio e l’esame di stato. Anche l’aspirante psicoanalista frequenta una scuola con analisi personale di diversi anni.
Due parole anche su cosa fa lo psicologo e cosa lo psicoterapeuta: lo psicologo esercita una professione che ha finalità sanitarie, cioè di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ed inoltre si occupa di ricerca e didattica nell’ambito della psicologia.
Lo psicoterapeuta, può effettuare la psicoterapia, cioè affrontare e curare disturbi psicologici, come occasione per cambiare e trasformare certi comportamenti che non sono funzionali alla propria esistenza. In questo senso la psicoterapia è un’occasione per conoscere meglio se stessi, i propri limiti e le proprie risorse, individuare i propri automatismi, scegliendo di sperimentarne di nuovi più funzionali. Un intervento di psicoterapia può riguardare sia adulti che adolescenti e bambini, può essere individuale, di coppia o di gruppo.
Ma, alla fine, tutte queste professionalità a cosa servono? A mio avviso tutto si riduce ad un obiettivo, anche se poi ognuno guarda dal proprio punto di vista e di approccio formativo: migliorare la qualità di vita. Quando la persona avverte un malessere che non è passeggero, ma persiste e crea disagio o difficoltà nella conduzione della propria vita, può rivolgersi ad uno di questi professionisti. Se sente angoscia, ansia, paura, sensazione di conflitto interno, oppure avverte bisogno di chiarirsi e confrontarsi con qualcuno che non sia un parente o un amico, può decidere di rivolgersi ad uno di questi professionisti.
Ma a quale professionista rivolgersi? Questo dipende molto dalla persona, da cosa vuole, da cosa sente di avere bisogno, se di un sostegno psicologico, di una psicoterapia o di un aiuto farmacologico. Nella mia esperienza le persone scelgono di rivolgersi ad un professionista anche a seconda del sesso, dell’ubicazione dello studio, del tipo di sito, ma soprattutto, di quello che immaginano possa fare per i propri problemi. La prima parola che viene in mente è psicologo, perché psicoterapeuta è meno conosciuto; se servono farmaci si cerca uno psichiatra, anche se fa paura per lo spettro della “pazzia” che aleggia dietro questo nome! A causa di questa paura anche noi psicologi e psicoterapeuti non siamo esenti da una certa diffidenza, perché l’idea che gira, fortunatamente non in tutti, è che “io non ho bisogno, non sono mica grullo!” come dicono a Firenze! Ma di migliorare la qualità di vita penso che ne abbiamo bisogno tutti, che ne dite?